Resilienza e rinascita: Amore Psiche racconta il nuovo album “Ginkgo Biloba”

redazione
 

 Benvenuti nell'incantevole mondo di "Ginkgo Biloba", il secondo album degli Amore Psiche, un viaggio musicale tessuto di chitarre folk, ritmi sincopati e un'innovativa fusione di sonorità elettroniche. Il produttore Francesco Campanozzi ha plasmato questo progetto artistico, creando ambienti sonori che si estendono come caverne sotto la superficie quotidiana, dove la voce dell'artista ricama storie feline, cariche di desiderio e introspezione.
 
Nel cuore di questo album si nasconde una riflessione profonda sui tempi moderni: cosa accadrebbe se ridimensionassimo i nostri bisogni materialistici e le nostre certezze iniziassero a svanire? "Ginkgo Biloba" invita a immaginare un mondo diverso, in cui il tempo si dilata per lasciare spazio alle relazioni umane, alla cura del patrimonio artistico e a un'esistenza più armoniosa con la natura. L'approccio meno antropocentrico proposto dall'album suggerisce una co-evoluzione pacifica tra tutte le specie del nostro pianeta.
 
In questa intervista esploreremo con Amore Psiche come il Ginkgo Biloba, una pianta antichissima di 250 milioni di anni, simboleggia la capacità di sopravvivere e prosperare nonostante le avversità. Scopriremo insieme le ispirazioni, le sfide creative e le visioni che hanno guidato la realizzazione di questo album straordinario, aprendo una finestra sul futuro possibile della musica e della nostra società.
 
 
Prima di tutto, come è nato il concept di questo album?
Sono nate le canzoni una dopo l’altra, in un periodo di trasformazione e passaggio dalla cittá alla vita fuori dalla cittá. Quindi il concept è nato durante la produzione dei brani e si è chiarito strada facendo.
 
L'album esplora temi come il ridimensionamento dei bisogni materialistici e la sintonia con la natura. Perché questi temi sono importanti per voi?
Perché ci sono segnali forti di disagio umano e ambientale, e molti scienziati ci spiegano le cause della crisi climatica e la “plant blindness”, ovvero la cecitá verso le piante, perché non le vediamo, non ci accorgiamo piú della loro importanza.  Noi sentiamo che riempirci la vita di oggetti non è quello di cui abbiamo bisogno per stare bene, ci stiamo destrutturando e liberando dal superfluo per riempirci di clorofilla, risate, carezze.
 
La vostra musica è sempre stata ricca di metafore e simbolismi. Come avete tessuto queste narrazioni nell'album?
Si sono ricamate su riff di chitarra evocativi, camminate nei boschi, ricerche interiori e bisogno di senso, un senso diverso dal diventare famosi o accumulare sempre piú soldi, un’idea di felicitá che per noi è un’illusione fugace. I suoni che abbiamo scelto per noi rappresentano la nostra vita, cosí come i ritmi e le strutture dei brani.

Qual è il messaggio che sperate di trasmettere attraverso "Ginkgo Biloba"?
L’amore per la vita e il piacere di stare con se stessi, cosí come si é, senza sentirsi il centro dell’universo
 
Avete in programma un tour per promuovere il nuovo album?
Sembra che la musica dal vivo sia in difficoltá, soprattutto per i gruppi non conosciuti al grande pubblico, è l’effetto di politiche, scelte mediatiche, social network, un clima culturale di cui si potrebbero fare lunghi discorsi. Noi riusciamo a fare concerti saltuari e ci va bene cosí, vedremo come si evolve la situazione.

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