La nostra intervista.
Come state
vivendo l’uscita del singolo “Nonno Ferri Blues”?
Per noi che facciamo rock per pura passione, a livello amatoriale, essere riusciti a pubblicare un CD è stato già un evento eccezionale. Adesso che dal CD stiamo estraendo alcuni singoli, sotto forma di radio edit, per far meglio conoscere la nostra musica, è decisamente emozionante leggere le statistiche dei portali musicali su cui il brano è disponibile, ed apprendere che il pezzo è ascoltato in tutto il mondo: dal Canada alla Nuova Zelanda, dalla Finlandia all’Argentina, dal Giappone al Sudafrica, in tutti i continenti qualcuno ha ascoltato, magari anche distrattamente, la musica degli Still in Time. Se ce lo avessero detto tre anni fa, ci saremmo messi tutti a ridere, ed invece sta succedendo davvero.
Raccontateci
la genesi del nuovo brano: dal sound alla tematica.
La parte musicale è basata, come è ovvio che sia essendo un blues, sulle tradizionali 12 battute; abbiamo cercato di costruire una solida base ritmica, sulla quale innestare le melodie vocali e quelle delle chitarre, alle quali lasciamo parecchia libertà di espressione. Il testo invece si basa sul ricordo di tre canzoncine che venivano cantate ad Alessandro, il nostro vocalist, da suo nonno. Sentendo il brano strumentale, la melodia di una di quelle canzoncine era praticamente sovrapponibile a quella del blues, e questa è stata la molla per decidere di utilizzare quel materiale d’infanzia per il testo, opportunamente tradotto in inglese ed aggiustato per adeguarlo alle metriche del pezzo.
Come vi siete
avvicinati allo stile musicale a cui siamo abituati a sentirvi? Quali sono i vostri
artisti di riferimento?
Siamo tutti cresciuti musicalmente ascoltando i grandi miti del rock degli anni ’70, e ciascuno di noi ha coltivato la propria passione cibandosi di progressive, di hard rock, ed anche di metal. Ciascuno di noi ha i propri riferimenti, le proprie stelle polari; se dovessimo però fare un nome che ci mette tutti quanti a fattor comune, quel nome è indubbiamente Deep Purple.
Quali le
maggiori difficoltà che avete affrontato negli anni per emergere nell'ambito
musicale?
Tenendo presente che l’attuale formazione si è completata nell’estate del 2020, si può ben capire che le difficoltà maggiori sono quelle che ci sono state imposte dalla pandemia. Gente come noi, che suona per passione nel tempo libero dal lavoro, si trova per le prove dopo cena: durante il periodo del coprifuoco siamo stati pertanto costretti a sospendere le attività. Per dire il vero, abbiamo provato un paio di volte a trovarci alla domenica mattina, ma ci siamo subito resi conto che il rock e la mattina sono incompatibili: quelle due sessioni sono state un dramma, abbiamo quindi deciso di pazientare in attesa di tempi migliori.
Il vostro
sogno nel cassetto?
Sarebbe bello fare da apertura ad un concerto di uno dei nostri idoli, crediamo che sia il massimo a cui possiamo ambire. Certo, se poi la nostra musica diventasse popolare non ci tireremmo indietro, ma restiamo con i piedi per terra e ci accontentiamo del possibile: per l’impossibile, vedremo al momento!
Quali sono
i prossimi obiettivi?
L’obiettivo principale è continuare a divertirci suonando ciò che ci piace, cercando di incrementare il nostro repertorio compatibilmente con il tempo che possiamo dedicare alla nostra passione.
Per noi che facciamo rock per pura passione, a livello amatoriale, essere riusciti a pubblicare un CD è stato già un evento eccezionale. Adesso che dal CD stiamo estraendo alcuni singoli, sotto forma di radio edit, per far meglio conoscere la nostra musica, è decisamente emozionante leggere le statistiche dei portali musicali su cui il brano è disponibile, ed apprendere che il pezzo è ascoltato in tutto il mondo: dal Canada alla Nuova Zelanda, dalla Finlandia all’Argentina, dal Giappone al Sudafrica, in tutti i continenti qualcuno ha ascoltato, magari anche distrattamente, la musica degli Still in Time. Se ce lo avessero detto tre anni fa, ci saremmo messi tutti a ridere, ed invece sta succedendo davvero.
La parte musicale è basata, come è ovvio che sia essendo un blues, sulle tradizionali 12 battute; abbiamo cercato di costruire una solida base ritmica, sulla quale innestare le melodie vocali e quelle delle chitarre, alle quali lasciamo parecchia libertà di espressione. Il testo invece si basa sul ricordo di tre canzoncine che venivano cantate ad Alessandro, il nostro vocalist, da suo nonno. Sentendo il brano strumentale, la melodia di una di quelle canzoncine era praticamente sovrapponibile a quella del blues, e questa è stata la molla per decidere di utilizzare quel materiale d’infanzia per il testo, opportunamente tradotto in inglese ed aggiustato per adeguarlo alle metriche del pezzo.
Siamo tutti cresciuti musicalmente ascoltando i grandi miti del rock degli anni ’70, e ciascuno di noi ha coltivato la propria passione cibandosi di progressive, di hard rock, ed anche di metal. Ciascuno di noi ha i propri riferimenti, le proprie stelle polari; se dovessimo però fare un nome che ci mette tutti quanti a fattor comune, quel nome è indubbiamente Deep Purple.
Tenendo presente che l’attuale formazione si è completata nell’estate del 2020, si può ben capire che le difficoltà maggiori sono quelle che ci sono state imposte dalla pandemia. Gente come noi, che suona per passione nel tempo libero dal lavoro, si trova per le prove dopo cena: durante il periodo del coprifuoco siamo stati pertanto costretti a sospendere le attività. Per dire il vero, abbiamo provato un paio di volte a trovarci alla domenica mattina, ma ci siamo subito resi conto che il rock e la mattina sono incompatibili: quelle due sessioni sono state un dramma, abbiamo quindi deciso di pazientare in attesa di tempi migliori.
Sarebbe bello fare da apertura ad un concerto di uno dei nostri idoli, crediamo che sia il massimo a cui possiamo ambire. Certo, se poi la nostra musica diventasse popolare non ci tireremmo indietro, ma restiamo con i piedi per terra e ci accontentiamo del possibile: per l’impossibile, vedremo al momento!
L’obiettivo principale è continuare a divertirci suonando ciò che ci piace, cercando di incrementare il nostro repertorio compatibilmente con il tempo che possiamo dedicare alla nostra passione.