Luca Di Stefano: "Questo mio primo album non è soltanto una raccolta di brani, ma soprattutto un viaggio tra emozioni"

redazione


"19" di Luca Di Stefano è un manifesto personale, un invito alla libertà autentica e alla riscoperta del proprio valore, soprattutto in un'epoca dominata da omologazione e standard irraggiungibili. L'artista si addentra con delicatezza ma incisività nelle pieghe di una delle problematiche più diffuse e sottovalutate del nostro tempo: la pressione sociale che grava, in particolare, sulle generazioni più giovani.

Il disco si snoda attraverso brani che, pur non dichiarandolo apertamente, portano un messaggio potente e universale: il coraggio di essere se stessi, di abbracciare la propria unicità e di non cedere al peso delle aspettative altrui. Di Stefano si rivolge con empatia a chi si sente intrappolato nella ricerca di modelli irraggiungibili, mostrando che spesso l'ansia di adeguarsi genera frustrazione, insicurezza e, nei casi più estremi, persino autolesionismo.

L'artista riesce a trattare questi temi senza mai cadere nella retorica. La sua forza sta nell'equilibrio tra testi profondi e arrangiamenti musicali che alternano momenti introspettivi a episodi più leggeri, quasi ironici, che fanno da contrappunto alla narrazione. L'ironia diventa così una chiave per superare le difficoltà e accendere una nuova consapevolezza: la bellezza risiede proprio nella luce inimitabile di ogni individuo.

I brani di "19" esplorano sonorità variegate, ma tutte accomunate da un’intensità emotiva che non lascia indifferenti. La voce di Di Stefano, versatile e capace di toccare corde profonde, si fa veicolo di un messaggio che risuona autentico e sincero. L’ascolto dell’album non è soltanto un viaggio musicale, ma un’esperienza che invita alla riflessione, alla connessione con sé stessi e, soprattutto, al riscatto personale.

Con questo progetto, Luca Di Stefano si conferma un osservatore sensibile del mondo giovanile, capace di dar voce a temi spesso ignorati o trattati superficialmente. "19" non è solo un album: è un atto di resistenza, una dichiarazione d’amore per la libertà di essere e la celebrazione dell’unicità, in un mondo che ha troppo spesso dimenticato il valore della diversità.

 

Luca, il 24 gennaio è uscito il tuo album d'esordio "19". Cosa rappresenta per te questo progetto?
Rappresenta anni di sacrifici, di studio, di incontri fantastici, di lacrime, di sudare e soprattutto di crescita personale. È una parte di me che adesso è conosciuta da tutti.

Il numero 19 ha un significato particolare per te. Ce lo puoi spiegare?
È un numero che mi accompagna da tutta la vita: dal giorno del mio compleanno fino alle giornate quotidiane. Lo vedo un po’ ovunque, un po’ come una manifestazione di una persona cara che mi rassicura che la strada intrapresa è quella giusta.

L'album tocca temi come la libertà e l'autenticità personale. Quanto questi argomenti ti stanno a cuore?
In un mondo che va avanti credo sia cruciale trovare una propria autenticità, un qualcosa che ti distingua da tutti e ti renda unico. La libertà personale credo sia un diritto ma soprattutto una necessità di tutti, la libertà di sentirsi se stessi e mai cambiare il proprio modo di essere solo per apparire giusti agli occhi degli altri.

Hai lavorato a lungo con Denis Marino per questo progetto. Come descriveresti la vostra collaborazione?
Denis è quel produttore che tutti vorrebbero. È stato cruciale nella mia crescita artistica. Credo che nessun produttore discografico abbia il coraggio di “perdere tempo” ad aspettare il proprio artista che si formi e che trovi la sua autenticità. Lui ha fatto questo. Ci siamo conosciuti ormai nel 2019, grazie ad andreazzurra, che ci ha presentati. Non vi nascondo che ci sono stati momenti di difficoltà, un po’ come nelle coppie, ma siamo sempre stati sintonizzati sulle stesse frequenze. Ho sempre affermato che 19 è tanto mio quanto suo, e lo ringrazierò sempre per il lavoro svolto in modo quasi maniacale. È un genio.

 Qual è stata la sfida più grande nel realizzare "19"?
La sfida più grande è stata con me stesso. Il mio più grande ostacolo. Ho sempre avuto delle incertezze, dovute a cose personali pregresse, e il doverle superare non è stato semplice: una di questa era proprio l’insicurezza nel saper scrivere canzoni.

C'è un brano dell'album che senti più vicino a te?
Tutti i brani sono parte di me, ma uno di questi non parla di me. Ed è proprio per questo che lo reputo più vicino a me. Questo brano è Once Again, parla di una delle relazioni più belle che abbia mai visto: quella dei miei nonni. Questo brano è un veicolo di comunicazione di mia nonna, malata di demenza senile, che parla a mio nonno, ormai defunto. Non voglio dirvi di più perché le parole del testo insieme alla musica lo spiegano molto meglio.

Come speri che il pubblico reagisca ascoltando il tuo album?
Spero che il pubblico possa prendere il mio album come un altalena di emozioni, dove puoi piangere, ridere, incazzarti ma anche divertirti 

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