Davide De Luca: l’intervista in occasione dell’uscita di “Amo quelle cose”

redazione

Oggi vi parliamo di 
Davide De Luca, cantante, musicista e cantautore di Lecce, che di recente ha pubblicato “Amo quelle cose” la reinterpretazione italiana e attualizzata della canzone danese “Holder af de ting”, un brano intenso, commovente, discretamente, ma inesorabilmente ammaliante.  Il pezzo originale, scritto e interpretato da Regnar Egekvist e prodotto da Kim Sagild, venne presentato alle qualificazioni danesi dell'Eurovision Song Contest del 1984.
 
Questa nuova versione del pezzo è l’approdo finale di un percorso articolato che ha coinvolto un team di professionisti. Søren Bundgaard - una leggenda della musica pop danese - ha amorevolmente prodotto, con il supporto di Davide De Luca e di Filippo Bubbico, una versione onnicomprensiva di questo brano, scritta, arrangiata e interpretata per incontrare il gusto di un pubblico molto più ampio e trasversale di quello che, nel 1984, non seppe valorizzare l’edizione originale. Davide De Luca è anche l’interprete di “Amo quelle cose”. Il suo timbro avvolgente e la sua direzione seduttiva sono stati fondamentali per dare nuova anima alla canzone, pur senza snaturare la produzione originaria.
 
La nostra intervista a Davide De Luca.
 
Ciao Davide, piacere di averti sulle nostre pagine.
Ciao! Grazie mille.
 
La musica nella tua vita cosa rappresenta?
La musica è per me un modo di esprimere determinati sentimenti o emozioni che a volte sembra troppo complesso esprimere a parole. È un mettersi a nudo di fronte agli altri, aspettando che qualcuno si riconosca nelle tue stesse paure o fragilità, sentendosi in qualche modo al sicuro.
 
Parliamo del tuo nuovo singolo “Amo quelle cose”. Perché hai voluto reinterpretare la canzone danese “Holder af de ting”?
Ricordo che quando ho ascoltato per la prima volta il brano ho capito da subito che si legava bene con il mio stile. Inoltre, ho sempre adorato riarrangiare brani del passato in chiave moderna, è come dare loro una seconda vita e allo stesso tempo omaggiare il passato.
 
Ci puoi raccontare la genesi del brano?
Nel febbraio nel 2022 ricevo un messaggio da parte della mia prof di canto Michela Lombardi in cui mi dice che una signora danese, chiamata Mürvet Sahin, è alla ricerca di un cantante italiano che possa interpretare questa versione italiana della canzone “Holder af de ting”, un brano danese cantato da Regner Egekvist e presentato all’eurovision song contest del 1984. Benché il brano non ebbe un gran successo all’epoca, rimase comunque nella testa e nel cuore di Mürvet, che era decisa a realizzare un arrangiamento moderno del brano tradotto in lingua italiana. La storia e lo stile del brano mi rapirono da subito, quindi entrai in contatto con Mürvet, la quale aveva già ascoltato la mia voce nel mio primo singolo pubblicato “Tutto torna” e ne era rimasta piacevolmente sorpresa. Mi mise quindi in contatto con il produttore danese Søren Bundgaard, con il quale, dopo aver realizzato varie versioni demo del brano a distanza, decidemmo di registrare le voci nel suo studio in Toscana. Riportare alla luce un brano altrimenti dimenticato, sotto una veste ed uno stile più moderno, ci ha fatto sentire ancor di più la necessità di dare il nostro massimo per realizzare un brano che potesse essere apprezzato a livello internazionale.
 
Come è stato collaborare con Søren Bundgaard, leggenda della musica pop danese?
Lavorare con Søren è stata un’esperienza nuova per me, che fino a quel momento avevo sempre collaborato con produttori italiani. Quello che apprezzo di Søren è che anche lui, come me, è un grande amante delle sonorità anni 80. Inoltre, lui e la sua compagna Helle sono stati molto gentili con me e mi hanno fatto sentire come a casa, spero di rivederli presto.
 
Il brano è accompagnato da un videoclip. Ce ne vuoi parlare?
Il videoclip è nato dalla mente geniale di Giorgio Gabe e Teseo Quarta. Insieme a loro abbiamo ascoltato il brano e abbiamo immaginato quale poteva essere lo stile più adatto. Il fatto di realizzare le riprese fra le case del mio paese, Surbo, e presso le spiagge di San Foca e Torre dell’Orso, ha fatto sì che l’identità del brano si legasse ancor di più con la mia. Credo sia stata di grande importanza la presenza di due figure carismatiche come quelle di Pietro De Feudis e Francesco Colaci, per non dimenticare i magnifici scatti realizzati da Francesca Notaro durante le riprese.
 
Sappiamo che nel 2019 hai aperto il concerto di Daniele Silvestri a San Cataldo. Ti va di raccontarci questa esperienza?
Tramite il Locomotive Jazz Festival ho avuto l’opportunità di aprire l’alba in Jazz che aveva come grande ospite quell’anno il grande Daniele Silvestri, che ha suonato insieme ad un musicista di grande spessore come Raffaele Casarano, peraltro direttore artistico del Locomotive. Devo tanto a Raffaele perché iniziai a far parte di Locomotive giovani nel 2017 e nel 2018 mi omaggiarono con una borsa di studio per i seminari di Nuoro Jazz, altra esperienza magnifica vissuta tramite il Locomotive.
 
Il tuo prossimo lavoro?
Sto lavorando già al prossimo singolo che si chiama “Amsterdam” e che probabilmente uscirà nel periodo di febbraio/marzo. Inoltre, quest’anno vorrei uscire con il mio primo album/EP. Ho tanti brani ancora fermi che vorrei far uscire allo scoperto, speriamo di farlo quanto prima. Grazie mille per la vostra intervista!

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