Ciao top stage, con grande consapevolezza, cerco di non sbilanciarmi troppo, un grande obiettivo. In più le persone mi salutano sorridendo e sono diventate molto più gentili, li adoro.
Tutti i miei brani partono dalla musica. Parto sempre da un’improvvisazione che racchiude un po' il mio stato d’animo e da li sviluppo tutta la canzone, come? Dopo questo primo processo svolto interiormente da questo momento in poi prendo come riferimento le tracce audio (dove sono incisi questi stati d’animo) e aggiungo man mano più dettagli. Le tematiche allo stesso modo, mi guardo dentro, penso, scrivo, adatto alla musica. Il sound? Uguale mi guardo dentro, penso, lo scrivo, e lo perfeziono. Il bello di tutto questo processo è che è costante, continuo.
Mi sono avvicinato a tutto ciò grazie alla tecnica del tarlo del legno. Vi spiego, io sono un tarlo della musica (guai a vedere un tarlo sulle mie chitarre). Nel senso che se trascurate i tarli del legno alla fine mangeranno tutto il vostro comodino. Bene, questo è quello che succede a trascurare soulfixer nella sua cameretta, un’abbuffata di dischi ed ho creato Soulfixer.
Per quanto riguarda i miei legnetti ci sono i Genesis, Pink Floyd, Black Sabbath, Alice in Chains, Soundgarden, Punkreas, Shakey Graves, Nick Drake, Meshuggah, Slipknot, The Contortionist, The Black Stone, The Florist, Alt-j, etc etc
Quali le maggiori difficoltà che hai affrontato negli anni per emergere nell'ambito musicale?
Lottare contro mia madre e la sua famiglia. perché era mio padre quello ad avere il sogno americano fondamentalmente. E questo sogno l’ho intrapreso anche io prestissimo, e la cosa bella e che i nostri sogni viaggiavano fianco a fianco, uno a completare il sogno dell’altro.
Potete immaginare cosa ho passato quando a 16 anni mio padre è venuto a mancare.
Esibirmi ai migliori festival musicali del mondo.