Altrove: essere tossicamente animici… di vita

redazione

Che bel disco d’esordio questo che ci regala Altrove, moniker della cantante italo sudanese che approda alla scena discografica (dopo una carriera anche come ballerina e non solo), pubblicando un lavoro dal titolo “Tossica animica" anche title track del singolo estratto che troviamo in rete. Emancipazione dietro ogni angolo da cui vogliamo guardare questo lavoro: accettazione, diversità, inclusione… e poi la vita che scorre colorata ed eccentrica ma anche riflessiva e contemplativa… c’è tutto questo mondo dietro le trame del pop d’autore di Altrove.
 
Perché questo moniker?
Altrove non ha sinonimi attuali, è tutti i luoghi e nessun luogo, è l'identità originaria che è identica solo a se stessa. Altrove è. Mi sono sentita senza appartenenza così a lungo da perdere il conto degli anni che passavano. Un giorno, dopo diversi viaggi in acque agitate e putrescenti, ho sentito un senso di calore asciutto e mi sono trovata lì, in un luogo che nessuno poteva contestare; ero lì, dove non c'è necessita di passaporto o certificato di nascita; ero esattamente dove dovevo essere e c'ero in ogni circostanza: Altrove. Altrimenti ove?
 
Italiana ma anche figlia del mondo… l’italiano come lingua ma il resto del mondo come suono?
Interessante questa definizione. Mi sa che me la rubo! Italiana come lingua ma il resto del mondo come suono...assolutamente! D'altronde il linguaggio verbale non è altro che un insieme di suoni che abbiamo imparato a riconoscere ed associare, ma se ripetiamo insistentemente la stessa parola italiana che conosciamo, come un mantra e abbastanza a lungo, quella parola ritorna suono senza significato logico. La musica, rispetto ad altre forme di comunicazione, nella questione dei confini, delle differenze, delle incomprensioni linguistiche, è quella che ne esce decisamente meglio.

 
E nello specifico le tue radici come e dove hanno scritto il disco? 
Il disco è stato scritto nella mia cameretta di bambina, su uno scoglio genovese, in molteplici linee metropolitane Londinesi, a 30 gradi sotto zero nel Canada occidentale, davanti alla collina delle croci bianche a Sarajevo, in mezzo a decine di bambini in un villaggio del Sénègal, danzando con i Malinkè a Conakry, meditando ai piedi dell'Himalaya in Uttarakhand, in una sala teatro nei sotterranei romani... le mie radici ma anche la mia cultura, così come la mia anima, hanno scritto questo e i prossimi dischi lungo le rotte diroccate della mia vita.

Un disco dalle mille forme… ricerca, pop, parola declamata… quale direzione sei?
Altrove :-)

Il futuro ha partorito questo disco o siamo ancora lontani dalle nuove forme che potrebbe avere il suono?
Il paradosso di un futuro che ha già partorito è una bella immagine. La musica muta come muta il mondo. Nuove forme ci sono in continuazione, sicuramente si trovano meno nel mainstream dove si cerca ossessivamente l'omologazione, ma se si guarda un po' al di fuori del grande occhio c'è veramente un universo immaginifico.

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