Bardomagno: nuovo disco che si fa beffa de lo tempo nuovo

redazione

Il linguaggio è quello neo-medievale, come dicono loro. E noi li conosciamo bene perché in fondo tutti sappiamo cos’è Feudalesimo e Libertà, la più grande community social che a suon di scanzonate burle in stile medievale, muove velenose critiche al tempo che viviamo. E in fondo, ridendo o no, l’opra dei Bradomagno è si politica quanto sociale. Si ride certamente anche dentro questo nuovo disco dal titolo Li bardi son tornati in locanda”, però occhio: non la mandano certo a dire. Riflettete gente… riflettete…
 
Siete voi i bardi o i bardi sono i circensi di questa società?
Messere, innanzitutto ossequi e lieto dì!Noi siamo solo i vassalli de lo Imperatore e i menestrelli dell’ordine feudale. Ci facciam beffa della modernità e di tutti i suoi più ciechi sostenitori. Siamo per il ritorno alle giuste tradizioni e ai bei tempi che furono: come torcer il collo al vicino guelfo o assediar la magione al cugino saracino.
 
E perché Don Rodrigo avea ragione in fondo? Ce lo siamo sempre chiesti tutti se avea o non avea ragione in fondo…
Don Rodrigo è stato vittima da fin troppo tempo di un grandissimo malinteso storico: ello in realtà voleva salvare Lucia dalle luride manacce di quel pezzente di Renzo, che – glebaiolo dalla nascita – non avea certo il diritto di nascita di dimandar in sposa quella pulcella. Ed è qui che quindi nasce questo grande equivoco, portato avanti da biechi sostenitori dei diritti civili e della parità di classe e genere. Per fortuna noi abbiamo smascherato questo grande complotto e rielevato la figura di Rodrigo al giusto posto che merita nella storia.
 
“Hanno ucci Carlo Magno” è sostanzialmente la bandiera di tutti i tempi… almeno per noi ormai boomers… È nata prima la voglia di ripescata quell’aver green degli 883 o prima l’idea del testo a cui cercare una collocazione sonora adatta?
È un po’ come dimandarci se sia prima nasciuto lo Imperatore o lo Impero! Diciamo che per noi è come se l’esigenza avesse trovato subito una risposta, e la risposta sia in realtà una domanda a un’esigenza che già provavamo: tutta questa supercazzola per dire che in realtà la canzone noi la scrivemmo già circa 1200 anni e che ci è stata trafugata da un tale nomato dai più come Massimo Spezziali. Costui incurante del profondo significato che stava dietro alla nostra canzone, l’ha poi convertita e dedicata all’ abominevole aracno-andro.

 
Ma ce ne sono molte altre di citazioni… non ultima quella dei Pooh. E qui secondo noi c’è la vetta dell’ironia o una qualche rispettosa forma di sbeffeggiamento al pop-rock nostrano. O sbaglio? 
Ci piace giocare e cagionare sollazzo ai nostri ascoltatori con queste chicche. Inserire citazioni più o meno velate è sempre una forma di tributo agli artisti originali: un modo per rendere sempre viva un pezzetto di una canzone che, nel bene e nel male, ha fatto la storia della musica in Italia. Soprattutto a noi ci garba giocare con l’arte, prendere ciò che ci piace e modellarlo a nostra immagine e somiglianza per inserirlo nei nostri pezzi! 

E restando su questo pezzo: oggi tutto passa per i social, anche la cultura tout court… ma secondo voi è un bene o un male? 
Noi da questo punto di vista siamo molto macchiavelliani: per noi i social sono solo uno strumento. Dipende esclusivamente dall’utente deciderne che utilizzo farne. C’è chi studia, si informa e approfondisce grazie ai social, c’è chi invece li usa per mandar private missive contenenti verghe e falli in bella mostra alle pulcelle. Insomma, se una persona può acculturarsi e conoscere qualcosa di nuovo in un modo alternativo non ci troviamo niente di male. E se questa persona poi viene a conoscere BardoMagno e si converte alla fede ghibellina grazie ai social, direi che la cosa non può che essere perfetta.
 
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