Uganda presenta “APERITIVI LUNGHI”, un lavoro frutto di una lunga ricerca

redazione

UGANDA
 è il soprannome con cui molti amici hanno conosciuto Matteo Ugazio, piacentino nato nel 1987, chitarrista e cantante dell'omonimo gruppo, interessato alla musica cantautorale italiana, all'improvvisazione, al jazz e alla musica brasiliana, che ha cominciato a scrivere testi e musiche il cui filo conduttore è il proprio rapporto conflittuale col mondo; l’artista voleva raccontare questa confusa e individualista società con una vena nostalgica e una carica sottilmente ironica. 
 
In occasione dell'uscita di “APERITIVI LUNGHI” l’album d’esordio, dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “MAESTRO DI VITA”, abbiamo avuto il piacere di intervistare UGANDA.
 
Come stai vivendo l’uscita del singolo?
Sono molto contento e orgoglioso, non solo per il singolo ma per l’album intero… ho creduto in questo lavoro e mi sembra che stia piacendo.
 
 Raccontaci la genesi del nuovo brano: dal sound alla tematica.
Maestro di vita segue il flow delle altre tracce, nasce da una conversazione fatta a tavola con degli amici, parlavamo delle scelte che si possono fare nella vita e di quanto siamo padroni di queste scelte. Ho immaginato un personaggio presuntuoso che pensa di avere tutte le risposte a portata di mano ma non si accorge di essere in balia degli eventi come tutti gli altri. Il sound è sospeso, delicato, sincopato, la musica cerca un po' di avvicinarsi a quella sensazione di instabilità che si potrebbe avere su una barchetta in mezzo al mare.
 
Il brano è estratto dal tuo album di esordio. Come descriveresti il lavoro e il processo creativo che hanno portato alla realizzazione di questo album?
È stato un processo lungo ma ne è valsa la pena, i brani della track-list sono tutti legati tra loro. Prima di tutto appartengo a uno stesso periodo della mia vita, è stato come mettere un punto a una fase e aver concluso il lavoro in questo modo mi ha dato molta gioia e appagamento.
 
Ci sono state delle curiosità che ti senti di svelare ai vostri lettori?
È un album registrato un po' alla vecchia, abbiamo usato tanti strumenti vintage e c'è un connubio tra vecchio e nuovo che mi rappresenta molto. Gli assoli di chitarra sono improvvisati, alcune parti in fastidio sono state registrate in presa diretta per cercare la spontaneità che di solito contraddistingue i nostri live. Ci sono anche dei riferimenti alla musica brasiliana: c'è una citazione in “Bunker” di “Garota de ipanema” e delle percussioni brasiliane alla fine di “Fastidio”.
 
Quali le maggiori difficoltà che hai affrontato negli anni per emergere nell'ambito musicale?
Le sto affrontando tutt'ora... è difficile portare avanti un progetto musicale, devo conciliare la musica col lavoro prima di tutto. È difficile trovare i concerti e farsi ascoltare, la musica in streaming ha sicuramente i suoi vantaggi per l'utenza ma spesso si viene schiacciati dalla quantità di offerta e le policy di questo mondo fatto di piattaforme digitali penso che sia da mettere in discussione.
 
Il tuo sogno nel cassetto?
Fare una tournée con la band al completo.
 
Quali sono i prossimi obiettivi?
Dobbiamo cercare di farci conoscere e farci ascoltare attraverso le piattaforme, i concerti e i social; quindi, sfrutto l'occasione per chiedervi di seguirci sulle nostre pagine che non sono facilissime da trovare:
 
FB: ugandamtv - (https://www.facebook.com/ugandamt)  
 
IG: ugandaugandamtv - (https://www.instagram.com/ugandaugandamtv/?hl=it)
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