Credo sia inevitabile pensare al futuro, l’importante è che il futuro non diventi mai passato senza accorgercene (ho citato uno dei miei film preferiti ‘C’eravamo tanto amati’).
No, evitarlo no. Penso che ripescando indietro si possa poi guardare in avanti con maggior chiarezza, seppur evidenziando la liquidità e la sintesi estrema che viviamo tutti i giorni, che appartiene al contemporaneo.
Bella la copertina: sicuramente due i piani di
lettura se non tre. Giusto?
Ci possono essere molti piani di lettura, una bocca che sbuffa, aria o fumo, oppure gonfia un palloncino o una gomma da masticare, addirittura una forma di divani molto in voga negli anni ’ 70. L’unica certezza è quel piccolo cuore che si staglia più in alto, quasi messo in disparte, senza voler fare troppo rumore. Il merito va ad Adelaide Cavallo che ha realizzato e tradotto in immagine l’Amore Sintetico.
E questo collage sintetico in qualche modo ha fatto parte della scrittura?
Probabilmente per via indiretta, inconsciamente insomma. Ci sono alcune canzoni che vanno avanti attraverso una serie di immagini fotografiche, lì c’è stato un lavoro di sintesi.
Dal vivo, in teatro soprattutto… è andato in
scena questo disco? Ha trovato lo spazio che meritava secondo te? O sei di
quegli artisti che pensano solo alla creazione e non alla performance? Anche
questo sta diventando il futuro...
In realtà tutto il mio lavoro è indirizzato al Teatro e alla dimensione live, proponendo la formula del Teatro-canzone è inevitabile. Spero possa avere maggiore risonanza e viaggiare per attraccare nuovi porti e nuove dimensioni.
Ci possono essere molti piani di lettura, una bocca che sbuffa, aria o fumo, oppure gonfia un palloncino o una gomma da masticare, addirittura una forma di divani molto in voga negli anni ’ 70. L’unica certezza è quel piccolo cuore che si staglia più in alto, quasi messo in disparte, senza voler fare troppo rumore. Il merito va ad Adelaide Cavallo che ha realizzato e tradotto in immagine l’Amore Sintetico.
E questo collage sintetico in qualche modo ha fatto parte della scrittura?
Probabilmente per via indiretta, inconsciamente insomma. Ci sono alcune canzoni che vanno avanti attraverso una serie di immagini fotografiche, lì c’è stato un lavoro di sintesi.
In realtà tutto il mio lavoro è indirizzato al Teatro e alla dimensione live, proponendo la formula del Teatro-canzone è inevitabile. Spero possa avere maggiore risonanza e viaggiare per attraccare nuovi porti e nuove dimensioni.
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