Giacomo Casaula: quando l’amore fugge, quando il cantautore osserva

redazione

Ho scelto un titolo simile visto che ad ogni ascolto di questo disco dal titolo “Amore sintetico” sembra rivelarsi quell’attenzione verso un dettaglio da raccontare, di osservazioni che vanno oltre l’estetica di superficie. Giacomo Casaula firma un disco semplice, acqua e sapone, limpido anche nei suoni. Coerente ma anche molto credibile. Si fa osservatore…
 
Penso sempre al futuro. Un tempo invadente di tecnica e di forma. Sintetico tanto per citarti. Il tuo punto di vista?
Credo sia inevitabile pensare al futuro, l’importante è che il futuro non diventi mai passato senza accorgercene (ho citato uno dei miei film preferiti ‘C’eravamo tanto amati’).
 
Questo disco come si rapporta al futuro? Sai che ho l’impressione che voglia evitarlo?
No, evitarlo no. Penso che ripescando indietro si possa poi guardare in avanti con maggior chiarezza, seppur evidenziando la liquidità e la sintesi estrema che viviamo tutti i giorni, che appartiene al contemporaneo.

 
Bella la copertina: sicuramente due i piani di lettura se non tre. Giusto?
Ci possono essere molti piani di lettura, una bocca che sbuffa, aria o fumo, oppure gonfia un palloncino o una gomma da masticare, addirittura una forma di divani molto in voga negli anni ’ 70. L’unica certezza è quel piccolo cuore che si staglia più in alto, quasi messo in disparte, senza voler fare troppo rumore. Il merito va ad Adelaide Cavallo che ha realizzato e tradotto in immagine l’Amore Sintetico.
 
E questo collage sintetico in qualche modo ha fatto parte della scrittura?
Probabilmente per via indiretta, inconsciamente insomma. Ci sono alcune canzoni che vanno avanti attraverso una serie di immagini fotografiche, lì c’è stato un lavoro di sintesi.
 
Dal vivo, in teatro soprattutto… è andato in scena questo disco? Ha trovato lo spazio che meritava secondo te? O sei di quegli artisti che pensano solo alla creazione e non alla performance? Anche questo sta diventando il futuro...
In realtà tutto il mio lavoro è indirizzato al Teatro e alla dimensione live, proponendo la formula del Teatro-canzone è inevitabile. Spero possa avere maggiore risonanza e viaggiare per attraccare nuovi porti e nuove dimensioni.

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