Nato da un momento buio e profondamente autobiografico, il brano segue un ragazzo – lo stesso Ragone – che attraversa le proprie ombre per ritrovare la luce. La sfida è stata trasformare questa esperienza in musica, facendo arrivare al pubblico tutta l’emozione che lui stesso prova cantandola.
“Restart” è un viaggio che porta verso un grande palco pieno di energia, simbolo di una nuova partenza. Il messaggio è semplice e potente: anche quando ci si sente smarriti, si può ricominciare e rimettere insieme i pezzi per andare avanti.
Immagina di raccontare “Restart” come una storia: qual è la prima scena?
La prima strofa della canzone dice “ho camminato tra mille domande, ho attraversato il buio più grande” quindi direi un ragazzo che sta attraversando un periodo difficile, un po’ perso nel grande mondo che lo circonda. Il lato positivo è che alla fine arriva la luce.
C’è un personaggio reale o simbolico dietro questo brano?
Questa canzone è molto autobiografica, volevo parlare dei momenti bui della mia vita e di come alla fine si possa rimettere tutto in gioco e trovare la propria strada. Quindi il personaggio è reale e sono io.
Qual è stato l’elemento più difficile da tradurre in musica?
Far sentire al pubblico che mi ascolta la grande emozione che provo quando canto. Per me la musica è come l’ossigeno e faccio sempre del mio meglio per trasmettere qualcosa a chi mi ascolta.
Se “Restart” fosse un viaggio, quale sarebbe la destinazione finale?
La destinazione finale sarebbe un grande palcoscenico con ballerini e tanta gente pronta a ballare e a cantarla con me.
Quale messaggio ti piacerebbe lasciare in chi ascolta fino all’ultima nota?
Mi piacerebbe che sentendo la mia canzone passasse il messaggio che si può sempre fare qualcosa per cambiare una determinata situazione. Decidiamo noi come agire in determinate situazioni e quando ci sentiamo smarriti dobbiamo mettere insieme tutti i pezzi per capire come andare avanti.
