Francesco Faggi: l’intervista per il singolo “Chill”

redazione

Francesco Faggi scrive canzoni sia in italiano che in inglese, il genere di riferimento principale è Pop/RnB, con l’ambizione di confrontarsi con i grandi della musica internazionale, lasciando una impronta nella Musica.
 
Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Chill” seconda traccia dell’EP “Molto di più”.
 
Come stai vivendo l’uscita del singolo?
Bene, c’è sempre quell’ansietta in generale ma è sana, sono contento.
 
Raccontaci la genesi del nuovo brano: dal sound alla tematica.
“Chill” è la seconda traccia del mio primo EP “Molto di più”, che ho interamente scritto, arrangiato e prodotto, è stato un po’ il mio banco di crescita come cantautore e producer.
Il mood di questa canzone, molto RnB e con un groove direi rilassante, credo calzi a pennello con lo “stare chill”, cioè stare nel relax e godersi il momento con la persona che ami. La relazione non è sempre al top, ci sono alti e bassi, ma non fa niente, per ora volete solamente stare un po’ chill insieme.
Per il brano e in generale per tutto l’EP (cinque brani che seguono il filo conduttore di una storia d’amore che inizia e finisce) ho tratto ispirazione dalla mia vita personale.
Quando ho scritto “Chill” ero in una fase complicata con la mia ex, e il mio intento era di cristallizzare, un po’ con il testo e un po’ con la musica, quella sensazione di “fluttuare spensieratamente” nonostante tutto, quando le cose tra me e lei sembravano mettersi a posto.
Sono felice di aver lasciato spazio in questo brano anche ad un mio solo di piano jazz, che nel mio percorso musicale ha sempre rapito il mio cuore.
La realizzazione di tutto ciò non sarebbe stata comunque possibile senza il mio team di produzione, in particolare colgo l’occasione per ringraziare il mio sound engineer Marco Versari, il videomaker Marco Trastu (che ha curato il videoclip uscito da poco nel mio canale YouTube), mia sorella Elena Faggi e mio padre Fabio, i miei amici/colleghi musicisti Alex Ferro, Matteo Tiozzo, Alessandro Salaroli e Daniel Bruni.
 
Come ti sei avvicinato allo stile musicale a cui siamo abituati a sentirti? Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Il mio sound è fondamentalmente Pop/RnB e gli artisti che ascolto fin da bambino hanno influenzato molto il mio modo di scrivere e comporre, in particolare Michael Jackson e i Simply Red. Ascoltavo tantissimo anche i Queen e Michael Bublé, grazie a quest’ultimo sono poi diventato un grande fan della musica jazz. Studiando pianoforte jazz al conservatorio, ho acquisito diverse conoscenze con cui ho chiaramente arricchito il mio sound.
Per citare alcuni artisti del panorama italiano sicuramente Daniele Silvestri, Brunori Sas e Frah Quintale sono gli artisti dai cui più spesso traggo ispirazione per la scrittura.
Infine, essendo che il pianoforte ha un ruolo centrale nelle mie canzoni e produzioni (essendo il mio strumento), Billy Joel è un grande punto di riferimento per me.
 
Quali le maggiori difficoltà che hai affrontato negli anni per emergere nell'ambito musicale?
Beh credo le difficoltà di po’ tutti gli artisti emergenti.
Purtroppo è davvero difficile emergere perché la maggior parte delle volte siamo lasciati al caso, non si sa veramente qual è la direzione giusta da prendere. Certamente i social possono aiutare anche se spesso danno solo l’illusione di poter arrivare a tante persone, è davvero raro per un’artista emergere semplicemente da lì, senza un aiutino da “dietro le quinte”.
Poi la qualità musicale è sicuramente importante, allo stesso tempo la maggior parte delle volte non è la prima cosa per emergere, questo mi dispiace perché vedo in giro un sacco di artisti che non se li fila ancora nessuno ma sono fortissimi, mentre in classifica ci sono alcuni artisti che non si capisce bene per quale motivo sono lì, o meglio, si sa ma non si dice.
In più al giorno d’oggi non puoi più guadagnare direttamente dalla musica, al contrario di alcune persone che ancora pensano che gli artisti vivano grazie agli streaming su Spotify o alle views su YouTube. Per gli ascoltatori di oggi la musica sarà un mondo bellissimo immagino, siccome possono ascoltare gratis qualsiasi cosa, mi auguro però che un giorno il mestiere dell’artista abbia il giusto riconoscimento economico come merita e come era tempo fa, siccome tutto ciò è un grande limite per le ambizioni di molti artisti che sono costretti a cambiare lavoro perché altrimenti non arrivano a fine mese.
A parte tutto questo, creare musica è meraviglioso e il voler mandare un messaggio alle persone va al di sopra di tutte le cose che ho appena detto, sicuramente la costanza è una chiave per emergere.
 
Il tuo sogno nel cassetto?
I miei sogni nel cassetto sono tre. Il primo è fare un tour negli stadi, con le persone che cantano le mie canzoni a squarciagola, il secondo è quello di scrivere le musiche per un musical a Broadway insieme a mia sorella Elena, il terzo è recitare in un film o una serie tv in cui sono un supereroe. Tutti sogni molto ambiziosi lo so, per il momento ho imparato che niente è impossibile nella vita, nel frattempo…un passo alla volta.
 
Quali sono i prossimi obiettivi?
In parallelo al mio primo EP ho lavorato alla produzione del primo EP di mia sorella Elena Faggi, “Prevedibile”, con all’interno la canzone “Che ne so” che avevamo portato a Sanremo 2021 Nuove Proposte (diretti dal Maestro Vessicchio) e l’ultima traccia “Il mio posto” che nei primi giorni di marzo mi ha fatto vincere un premio al “CIAO Contest” della Rassegna Lucio Dalla a Bologna come miglior producer emergente…è stato un onore.
Da pochissimo io ed Elena abbiamo pubblicato una nuova canzone in inglese, “Nothin’ can blow me out”,
che era stata finalista a “Una Voce per San Marino” nel 2022 per l’Eurovision Song Contest.
Sto lavorando a nuove canzoni sia mie che di mia sorella Elena (di lei è appena uscita “This is how we won’t fall apart” della quale ho curato l’arrangiamento/produzione).
Il 5 maggio invece uscirà un mio EP di cover jazz/RnB, dove suono il pianoforte e canto, accompagnato da batteria e basso. Sono felice di pubblicare questo mio tributo personale al jazz, come segno di gratitudine per ciò che mi ha insegnato.
Per il resto seguirò il “flow” della vita e vediamo cosa succederà!

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