Di recente dentro dischi non suoi, abbiamo scoperto un Ruggeri percussionista piuttosto che ricercatore di forme altre rispetto al solito pop d’autore a cui ci ha abituato. In questo disco avete dato spazio a tutto questo?
In questo album Rouge ha scritto tutti i testi e cantato con me in due brani. Ovviamente c’è stato un grande lavoro svolto in simbiosi per dare una forma e un coloro che ci soddisfacesse entrambi.
In questo album Rouge ha scritto tutti i testi e cantato con me in due brani. Ovviamente c’è stato un grande lavoro svolto in simbiosi per dare una forma e un coloro che ci soddisfacesse entrambi.
Sai che il titolo sembra sospeso e irrisolto? Nel senso che dentro le canzoni troverei mille risposte alla domanda: su cosa? Per te qual è la risposta più importante? Title track a parte…
La risposta più interessante sta nell’essere riusciti, spero, a comporre e scrivere cose interessanti, idee che possano portare l’ascoltatore a porsi delle domande e sviluppare un senso critico. Il compito di un cantautore è anche questo: smuovere le coscienze.
La risposta più interessante sta nell’essere riusciti, spero, a comporre e scrivere cose interessanti, idee che possano portare l’ascoltatore a porsi delle domande e sviluppare un senso critico. Il compito di un cantautore è anche questo: smuovere le coscienze.
La canzone oggi ha un ruolo marginale. Il cantautore ha smesso di avere una centralità. Con lui anche l’estetica che punta verso un conformismo. Il vero cambiamento secondo te dove e come si avrà?
Devo essere onesto e sincero: non sono molto ottimista sul futuro, per quel che riguarda la posizione culturale delle canzoni. Un tempo una canzone poteva anche fermare una guerra, ora no! Il discorso sarebbe molto lungo e con molte variabili, tutte non sottovalutabili. Personalmente cerco di non farmi influenzare troppo da questa verità dei nostri tempi e continuo a scrivere canzoni che spero possano vincere l’usura del tempo.
“Noi due” è il nuovo singolo. Un teatro vuoto? Un simbolo forte, violento… quasi politico?
Politico sicuramente no, forte e violento forse sì! Viviamo nell’era della comunicazione e, purtroppo, quello che non riusciamo a fare è proprio comunicare, anche usando lo stesso linguaggio abbiamo grandi difficoltà nel capirci. Nel video ho voluto evidenziare questo aspetto della canzone.