Con la traccia, “Summer Is Too Long”, cambia il sound, un treno che sfreccia dritto per sei minuti con atmosfere shoegaze dei primi anni Novanta, seguito dall’interludio di “Vision Of Doom” che sembra quasi un omaggio a Robin Guthrie.
Infine, non ancora perfettamente coscienti se siamo in un sogno o nella realtà, arriva il brano “All The Times”, che ci offusca i sensi come quando beviamo un drink di troppo.
Sembra aver dimenticato gli amplificatori accesi, ma la verità è che anche il rumore ha una sua bellezza… così inizia “You’ve Come A Long Way Baby…” un viaggio di 10 minuti con un'esplosione finale che ci porta al brano che chiude l’album, ovvero “Ashes”, il perfetto anello di congiunzione con il pezzo d’apertura del disco, la stessa pasta sonora, lo stesso mood che quasi ci confonde tra inizio e fine, non fornendo mai tutte le informazioni necessarie che spetta all’ascoltatore di costruire.
Come stai
vivendo l’uscita dell'album “Lonely Ballads”?
Paradossalmente sto
lavorando parecchio anche più di prima non più nella produzione ma nella
promozione. Sono sereno e fiducioso, ma so che c’è molto ancora su cui lavorare
Quali
influenze musicali troviamo in questo disco?
È palese il mio amore per il dream pop dei Cocteau Twins o per il folk/psychedelic degli Opal/ Mazzy Star, così come lo shoegaze degli Slowdive o My Bloody Valentine e anche l’elettronica del nord europa di Trentemøller e TOM and his computer. Il tutto incorniciato da un’atmosfera lynchana. David Lynch è uno dei miei artisti preferiti.
Quale è il
filo conduttore che lega i pezzi?
Dopo aver ascoltato ripetutamente più volte il disco, mi sento di dire che il filo che collega tutti i brani è un forte senso di solitudine, accompagnato ovviamente da sfumature malinconiche e sonorità dal gusto nostalgico.
Come
descriveresti il lavoro e il processo creativo che hanno portato alla
realizzazione di questo album?
L’idea iniziale di Lonely Ballads non era un album, lo è diventato man mano che producevo sempre più brani. Inizialmente doveva essere un ep, alla fine è diventato un album
Tre dischi
che non possono mancare nella tua valigia?
Non riesco mai a rispondere a questo tipo di domande, ti rispondo con tre generi musicali:
Post Punk, Dream Pop, Shoegaze
Ascolto molto i classici dischi di questi generi.
Quali sono
i prossimi obiettivi?
Abbiamo iniziato da poco le prove con la band, l’idea è di portare in giro l’album live, così stiamo lavorando senza trascurare nessun dettaglio.
È palese il mio amore per il dream pop dei Cocteau Twins o per il folk/psychedelic degli Opal/ Mazzy Star, così come lo shoegaze degli Slowdive o My Bloody Valentine e anche l’elettronica del nord europa di Trentemøller e TOM and his computer. Il tutto incorniciato da un’atmosfera lynchana. David Lynch è uno dei miei artisti preferiti.
Dopo aver ascoltato ripetutamente più volte il disco, mi sento di dire che il filo che collega tutti i brani è un forte senso di solitudine, accompagnato ovviamente da sfumature malinconiche e sonorità dal gusto nostalgico.
L’idea iniziale di Lonely Ballads non era un album, lo è diventato man mano che producevo sempre più brani. Inizialmente doveva essere un ep, alla fine è diventato un album
Non riesco mai a rispondere a questo tipo di domande, ti rispondo con tre generi musicali:
Post Punk, Dream Pop, Shoegaze
Ascolto molto i classici dischi di questi generi.
Abbiamo iniziato da poco le prove con la band, l’idea è di portare in giro l’album live, così stiamo lavorando senza trascurare nessun dettaglio.