Intervista ai Liv Charcot sul nuovo EP “Argento”

redazione

“Argento”
è il nuovo EP dei Liv Charcot, disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e composto da 4 tracce che colpiscono dritte nel segno. L’album si apre con “Satana”, primo singolo uscito, un’apertura cupa e riflessiva, per poi passare a “Giocare col tempo”, il secondo singolo, mantra synth pop, il ritmo diventa poi ossessivo con “Parlami”, una parentesi di sonorità psichedeliche all’interno del disco, che si chiude con la più violenta e distorta “Povero Cristo”.
 
Questo EP rappresenta per la band un punto di svolta, un ritorno, un vero e proprio riassunto di quello che sono e che sentono ad oggi i Liv Charcot.
 
Quando e come vi siete conosciuti?
Da adolescenti con un’irresistibile necessità di avere un mezzo tramite il quale esprimere le nostre emozioni, che all’epoca erano un miscuglio di incazzature e incomprensione del mondo. E non siamo cambiati molto.
 
Che valore ha la musica nella vostra vita?
Il valore di una necessità, di qualcosa di inevitabile come la sete o il sonno.
 
“Argento”, ci spiegate il perché del titolo dell’EP?
L'argento è spesso considerato un talismano di protezione. Nelle tradizioni popolari, si crede che indossare oggetti d'argento possa proteggere dalla negatività, dagli spiriti maligni e da influenze dannose. Inoltre, l'argento è associato alla guarigione e alla purificazione, all’immortalità e alla longevità. La sua resistenza alla corrosione e all'ossidazione simboleggia la resistenza nel tempo e la durata.
Collegato alla riflessione interiore e all'intuizione, è spesso considerato un metallo che aiuta a trovare la chiarezza mentale, ad affrontare le emozioni profonde e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé. Allo stesso tempo nell’immaginario collettivo non è l’argento il materiale più prezioso, ma l’oro. L’argento, quindi, rappresenta anche la frustrazione, l’inadeguatezza, la gelosia, un luccicante eterno secondo. Questa contrapposizione rappresentava molto bene le sensazioni e i contenuti presenti nelle canzoni del disco.
 
Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il vostro nuovo disco?
Di ritrovarsi nella musica e nelle parole che ascolteranno, o quantomeno questa è la nostra viva speranza, se ci riusciamo, anche in parte, per noi è un enorme successo.
 
Quali influenze musicali troviamo in “Argento”?
Un po’ troppe e di cui perdiamo traccia, tutti i nostri ascolti degli ultimi 20 anni, roba ‘vecchia’ (’70 ’80 ’90) con suoni e una rielaborazione moderna. Io, ad esempio, vengo dal punk e dal grunge, amo l’elettronica, ascolto la classica. Un mix strano quindi!
 
Qual è il filo conduttore che lega i pezzi?
Ce ne hanno fatto accorgere in un’intervista, e forse hanno ragione. Probabilmente il tempo, in tutte le sue accezioni.
 
Avete già in programma concerti e date live?
In realtà al momento siamo più concentrati sulla produzione di altre canzoni. Ne abbiamo già altre due pronte non ancora uscite e in autunno ne produrremo altre. Quattro canzoni sono poche per un live. Non amiamo le cover. Non vorremmo riproporre troppo materiale precedente. Quindi non rimangono molte scelte! Credo che questo inverno presenteremo live queste quattro canzoni appena uscite, insieme ad altre nuove. E non vediamo l’ora!

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