Intervista ai Sarneghera?

redazione
 

“Il Varco Nel Vuoto” è il nuovo EP dei Sarneghera?, secondo episodio della trilogia “Tales from the lake”, in cui il Dr Vanderlei scopre che è possibile innescare la maschera con le frequenze di alcune canzoni. Dopo estenuanti sessioni in cui ha sottoposto la maschera a migliaia di brani ne ha scovate alcuni che, inspiegabilmente, riescono a far accendere l’artefatto. 
 
Come state vivendo l'uscita dell'album?
In primis grazie per lo spazio e la disponibilità che ci concedete.
Siamo molto contenti di come stia andando; abbiamo già ricevuto dei feedback del nuovo lavoro che si legano e sono abbastanza in continuità  con il primo lavoro uscito l’anno scorso. Per ora abbiamo la fortuna di poterlo presentare anche in sede live e in contesti che ci stimolano molto come musicisti; incontriamo gente nuova e abbiamo il piacere di scambiare idee ed impressioni che continuano ad arricchirci.
 
Quali influenze musicali troviamo in questo EP?
Cosa raccontarti? Siamo una band di “vecchietti” nati a cavallo degli anni 80 e cresciuti con la musica rumorosa degli anni 90. Abbiamo tutti e 4 dei gusti diversi, qualcuno è maggiormente influenzato dal punk hardcore, qualcun altro dal metal o dal prog; se dobbiamo però citarti alcune band che per noi sono fondamentali non possiamo non nominare i Tool, i Refused con il loro hardcore rivoluzionario, i Dillinger escape plan e i converge, i Mastodon e i Faith no More. In Italia abbiamo apprezzato il teatro degli orrori e i fratelli calafuria. Sono tutte band pesanti ma “pensanti”. Le nostre coordinate musicali ruotano attorno a questo tipo di sound.  Ci piace però ribattezzare quello che facciamo come “aliencore” dato che abbiamo un forte legame con tutto ciò che sta sopra di noi, nel senso più universale del termine.
 
Quale è il filo conduttore che lega i pezzi de “Il Varco Nel Vuoto – Tales from the lake volume II”?
Questo secondo ep è il seguito della primo episodio “Dr. Vanderlei”; abbiamo deciso di fare uscire tre ep in tre anni invece che un unico album; forse questo ci penalizza ma ci mantiene più attivi sul fronte dei live e della scrittura.
Il primo episodio è legato alla capacità della maschera , attraverso gli studi del Dr., di possedere chiunque la indossi e costringendolo a parlare una strana e contorta lingua, una sorta di proto latino con influenze klingon. Nel secondo episodio la maschera prende maggior autonomia, alcune parole diventano più
comprensibili e anche il messaggio che arriva dallo spazio profondo sembra più chiaro.
In due occasioni è stato possibile tradurre in italiano le parole provenienti dall’universo.
 
Come descrivereste il lavoro e il processo creativo che hanno portato alla realizzazione di questo nuovo lavoro? Ci sono curiosità che vi sentite di svelare ai vostri lettori?
Della parte compositiva si occupano prevalentemente Federico e Cecco. Le idee partono sempre da giri di chitarra, anche improvvisati, sui quali poi interviene Cecco per  le variazioni ritmiche con Gianni e Geordie che intervengono per tagliare o modificare alcune strutture; sono le ultime ruote del carro ma non per questo meno importanti.
 
Qual è il vostro sogno nel cassetto come band? C'è qualcosa che sognate di realizzare nel corso della vostra carriera?
Potremmo rispondere che non ci poniamo limiti, ma sarebbe un po’ presuntuoso. Ci piacerebbe andare avanti a fare quello che abbiamo fatto fino ad ora, farci conoscere da più persone e magari in futuro suonare su qualche palco “importante”. Se proprio dobbiamo rivelare un nostro sogno, sarebbe quello di spedire la nostra musica su un altro pianeta diventando la prima band “universale”. Siamo figli di Carl Sagan e di conseguenza abbiamo un interesse profondo verso quello che sta sopra di noi.
 
Quali sono gli aspetti che più vi emozionano o che vi preoccupano maggiormente riguardo al futuro della vostra musica?
Abbiamo la  fortuna di poter suonare per divertimento, già questo è un fattore positivo che ci porta ad andare avanti. Siamo 4 persone diverse, con gusti distinti che si sono incontrate e che insieme hanno creato qualcosa di buono, o almeno speriamo possa essere definito tale. Potrei dire che la difficoltà maggiore è trovare posti e luoghi ideali per siano interessati alla nostra proposta. Per ora tutto quello che abbiamo fatto e ottenuto ci soddisfa. Possiamo sempre migliorare comunque.
 
Ci sono nuovi progetti in cantiere?
Il nostro futuro è già scritto: abbiamo in programma l’uscita dell’ultimo capitolo della trilogia “tales from the lake”; speriamo si concretizzi nel 2024. Poi si vedrà. Intanto potete comunque venire a sentirci live e dire di essere anche voi “abitati nella testa”.
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