Poetica Da Combattimento: "Due maree è un flusso di coscienze contrastanti"

redazione
 

“Due maree” è un brano che parla della sensazione di sentirsi goffi e confusi, ma anche incazzati con la nostra società che di per sé è poco lucida ed è basata esclusivamente su dinamiche di potere. Educati perfettamente alla divisione, ormai alieni dall’idea di collettività, ci chiediamo che cosa sia rimasto in termini di bellezza e poesia; forse neanche più l’attitudine di guardare il mare.
 
Come state vivendo l’uscita del singolo? Raccontateci la genesi del nuovo brano: dal sound alla tematica.
Eravamo in fase di pre-produzione. Mancava poco per entrare in studio e dovevamo ancora lavorare all’ultimo pezzo, che praticamente ancora non c’era. Quindi ci siamo chiusi in sala e dopo circa 6/7 ore di tentativi è nata in un colpo solo “Due Maree”. Quando Antonio ha trovato gli accordi giusti, Alfonso di conseguenza ha scritto le parole, Ruben ha sistemato la struttura generale e ritmica con Pierfrancesco Vairo (batterie in studio), si è trovata la forma definitiva e il brano è rimasto così fino all’incisione. “Due maree” è un flusso di coscienze contrastanti, è una dichiarazione di intenti. Non abbiamo tempo, troppo spesso, per osservare la nostra società. Dobbiamo riacquistare lucidità e guardare le cose semplicemente per quello che sono. Questo pezzo è una sveglia collettiva. È un perdersi nel caos quotidiano per poi affacciarsi sul mare.
 
 
Come vi siete avvicinati allo stile musicale a cui siamo abituati a sentirvi? Quali sono i vostri artisti di riferimento?
Questo lavoro discografico porta con sé anni di ricerca e di incontri quasi sempre casuali. Alfonso e Antonio musicalmente si sono conosciuti poco prima della pandemia, quindi c’è stato tanto tempo per provare, sbagliare, cadere, strappare, ricostruire e fondere i percorsi artistici in un unico mondo sonoro. Poi ci siamo guardati intorno per capire come far sbocciare questo seme, ed è lì che sulla nostra strada è apparso Marcello Venditti di Overdub Recordings che, da visionario qual è, ha raccolto la sfida investendo su di noi. Sicuramente l’incontro con Ruben Iardino (produttore artistico) ha portato il lavoro a maturare un’intellegibilità dei brani decisamente più trasversale. Per non parlare di Filippo Buono di Monolith Recording Studio, dove abbiamo registrato, mixato e masterizzato il disco. Filippo ha vestito i nostri brani con un gusto che abbiamo sposato sin dal primo istante. “Approfittando” del momento di stop dato dalla pandemia, abbiamo lavorato molto in sala per creare uno stile che fosse identitario e che avesse pochi punti di riferimento per chi ne fruisce. Ma inevitabilmente la musica che abbiamo ascoltato nella nostra vita ha influenzato le nostre scelte; parliamo di Radiohead, Animal Collettive, The Doors, 99Posse, Massive Attack, Bluvertigo, Afterhours, Piero Ciampi, Subsonica, CCCP, The Cure, Fabrizio De Andrè, Daniela Pes, Iosonouncane.  
 
Quali le maggiori difficoltà che avete affrontato negli anni per emergere nell'ambito musicale?
Avendo formato la band nel periodo pandemico, la più grande difficoltà incontrata, forse l’unica degna di nota, è stata trovare date per i live. La chiusura di tanti piccoli-medio club, associazioni culturali e locali, che non hanno potuto riaprire, ha creato un problema notevole. Stiamo parlando di parecchie centinaia di attività in tutta Italia. Questi luoghi erano e sono tuttora essenziali per band indipendenti e emergenti.
 
Il vostro sogno nel cassetto?
Il premio Tenco
 
Quali sono i prossimi obiettivi? 
Far crescere il progetto, portarlo il più possibile in giro e incidere un nuovo disco.

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