Intervista a Daniele Faraotti

redazione

In occasione dell'uscita del singolo "Calano i colli", abbiamo avuto il piacere di intervistare Daniele Faraotti. Il brano trae ispirazione da una metafora di H.G. Wells sul collo che si rilassa con l'età, riflettendo sulla società moderna che offre soluzioni preconfezionate a un costo.
 
Ciao Daniele, benvenuto. Come stai vivendo l’uscita del singolo?
Grazie Top stage. Ho un nuovo ufficio stampa, lavora bene. A me piace scrivere, registrare, si insomma produrre la  musica in tutti i suoi passaggi.  Per  tutte le altre cose, se posso non occuparmene, sono contento.  Mi pare che calano i colli per i miei standard se la stia cavando bene. E’ entrato addirittura in qualche classifica.

Puoi condividere con noi il processo creativo dietro il tuo nuovo brano, dall'idea sonora alla tematica trattata?
Le canzoni le scrivo di getto. Poi aggiusto. Taglio, aggiungo seconde voci, cambio strumentazione, tolgo.
E naturalmente ascolto una tonnellata di volte. Fino alla nausea. Quando la nausea comincia a  palesarsi leggermente, mi sbrigo ad ultimarla, la pubblico e se posso non me ne occupo più.
Per quanto riguarda le tematiche, direi che anche loro si presentano in autonomia. Me le trovo lì davanti. In una pagina che sto leggendo, in qualche dialogo di film, ossia  riposte nel cassetto della memoria.

Come ti sei avvicinato allo stile musicale a cui siamo abituati a sentirti? Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Non saprei. Si è presentato lui, mi ha detto, ciao,  sono il tuo stile. Non gli ho dato troppa importanza. Faccia un pò lui. Credo cmq che lo stile sia importante. Di storie è pieno il mondo.
Gli artisti di riferimento sono tanti, però non ti saprei dire quale in particolare. Pensa ad una marmellata di frutti misti.
 
Quali sfide principali hai dovuto affrontare nel corso degli anni per farti strada nel mondo della musica?
Non le chiamerei sfide. Non voglio perdere tempo. Qualcuno dice che se non affronti a muso duro tutte le difficoltà che si possono porre tra te e l’affermazione forse non credi abbastanza in te stesso. A me pare proprio di crederci invece, ma questo voler ribadire continuamente, sono il migliore, senti che roba, voglio il Grammy, etc etc, mi pare troppo. E poi ho una certa età, son passati i tempi in cui mi sarebbe piaciuto avere successo per non dover affrontare  tutte le sfide che la vita ti mette davanti e  spesso tutte insieme. Scrivo canzoni, i’t only rock’n’roll. Ecco, quanto alla strada, mi pare d’essere sempre fermo lì, al punto di partenza. Col bicchiere mezzo vuoto. Un ufficio stampa ripeto. E se ben retribuiti anche i concerti, pochi. 
 
Hai un sogno nel cassetto legato alla tua carriera musicale? Se sì, quale sarebbe?
Come tutti, almeno credo, vorrei che la mia musica avesse più diffusione. Non c’è equità . Le giostre sono chiuse oppure possono accedervi solo alcuni selezionati. Da chi? Perché? Son più  bravi, son più belli, son…. E siam sempre lì. Non ho tempo . Un ufficio stampa, ahahaha, Voglio continuare a scrivere per poi pubblicare dischi. Questa è la cosa che volevo fare e la sto facendo. Ci fosse qualcuno disposto a finanziare mix e master e stampa cd e vinile glielo consentirei.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi nel campo musicale e cosa stai pianificando per il futuro?
 Un passo alla volta. Tra qualche giorno esce “ grazia”, un altro singolo, poi il nuovo album. Più di così non dico. Son superstizioso, non si direbbe vero?

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